Lettera ricevuta e immediatamente pubblicata integrale.
Oggetto: Contadone decementificato
Ecco, finalmente, il modo corretto di affrontare l’avvio della definizione di un nuovo Piano Regolatore Comunale; ad insegnarcelo è il piccolo Comune di Cortandone (provincia di Asti, poco più di 300 abitanti) che nei giorni scorsi ha deciso di iniziare l’iter per la nuova riscrittura del proprio strumento urbanistico alla “luce del sole”, ovvero rendendo partecipi da subito tutti i suoi cittadini attraverso un primo incontro pubblico a cui sono stati invitati anche i rappresentanti dell’Osservatorio del Paesaggio del Monferrato e dell’Astigiano e del Movimento per lo “Stop al Consumo di Territorio”.
Il primo approccio si è tenuto nella sede della Pro Loco di Cortandone lo scorso 10 Aprile e si è aperto con le considerazioni dell’attuale Sindaco Giorgio Brosio, che ha delineato la visione dell’amministrazione (in carica fino alla prossima tornata elettorale di Giugno) e la sua personale, dichiaratamente a favore di un Piano Regolatore che segua le proposte del Movimento nazionale «Stop al consumo del territorio», costituitosi poco prima di Dicembre grazie ad un avvio natio che ha origine proprio nell’area del Monferrato, Langhe e Roero per limitare la cementificazione delle aree verdi e boschive. Brosio ha sottolineato che il Piano Regolatore comunale non subisce modifiche da quasi vent’anni ed ha aggiunto: «Ho aderito al movimento a livello personale, ora lo propongo come Sindaco».
Una dichiarazione che cade in piena campagna elettorale, un momento normalmente non adatto per promuovere iniziative delicate come la ri-definizione del Piano Regolatore. Ma l’amministrazione di Cortandone è abituata ad assumersi le proprie responsabilità: lo scorso anno, sostenendo la candidatura ad area protetta di una porzione della propria area comunale, dopo accese proteste Brosio aveva presentato le proprie dimissioni, ritirate successivamente insieme al progetto stesso. Ora la nuova proposta: «A Cortandone abbiamo una ventina di case invendute da tempo, una trentina in tutto gli edifici abbandonati e ciò mi fa pensare che, evidentemente, non abbiamo bisogno di nuove costruzioni».
Alessandro Mortarino del Movimento per lo “Stop al Consumo di Territorio” ha portato un esempio virtuoso: «Il comune di Cassinetta di Lugagnano, nel Milanese, ha preventivamente effettuato un censimento degli edifici e grazie a quei semplici dati raccolti, il tavolo partecipato tra Amministrazione e cittadini ha tratto le dovute conseguenze, concordando sul fatto che non vi era necessità alcuna di nuove costruzioni, ma solo di agevolare la ristrutturazione ed il miglioramento del patrimonio edilizio già esistente».
Marco Devecchi, presidente dell’Osservatorio del Paesaggio del Monferrato e dell’Astigiano, ha messo in luce la percezione che il turismo moderno mostra nei confronti di aree in grado di conservare le proprie caratteristiche naturali e la bellezza dei luoghi. L’area circostante Cortandone ha caratteristiche uniche: colline e boschi che accompagnano morbidamente alcune perle architettoniche di quel “Romanico astigiano” che ancora non si è stati capaci di valorizzare nel miglior modo e che merita ben diverse attenzioni.
E le direttive della Regione Piemonte confermano queste esigenze, come ha spiegato l’Architetto Agostino Novara, Responsabile del Settore Urbanistico Territoriale della Regione Piemonte per la Provincia di Asti: «Secondo le più recenti e consolidate norme europee, si deve progettare oggi con il minor costo ambientale», dalle emissioni in atmosfera all’inquinamento acustico «consumando il minor terreno agrario possibile».
Ovviamente in sala, nel primo incontro, non tutti i cittadini si sono mostrati orientati ad un piano rigorosamente “decementificato”; qualcuno ha sottolineato l’esigenza di consentire ai pochi giovani artigiani presenti a Cortandone, la possibilità di edificare nuovi piccoli capannoni.
Ma la presenza di aree produttive già disponibili nell’adiacente Comune di Monale, ha immediatamente fornito una soluzione possibile alle esigenze proponendo, di fatto, una logica di pianificazione non esclusivamente municipale.
Cortandone ha recentemente avviato un progetto per dotare il paese di un negozio/spaccio, dopo molti anni di assenza di un esercizio pubblico. Accedendo ad un Bando della Regione, l’amministrazione ha attivato il progetto di recupero di una struttura pubblica (coperta per l’80 % da finanziamenti regionali), all’interno della quale troverà posto un locale che verrà dato a breve in gestione a privati e che dovrà consentire la vendita di commestibili primari per la popolazione locale e la promozione di produzioni del territorio (a “filiera corta”) anche per una utenza turistica.
Negli orientamenti dell’amministrazione, è considerata anche l’evenienza di rilocalizzare altrove (in una zona attigua all’area produttiva di Monale) una segheria attualmente insediata nel centro del paese e di provare a “mettere in rete” il nuovo esercizio pubblico, l’attuale sede della Pro Loco (anche ristorante e bar) ed alcune strutture ricettive già presenti, per avviare una forma di “albergo diffuso” da offrire ai tour operators della zona. Cortandone dista, infatti, pochi chilometri da Castelnuovo Don Bosco, area di importante flusso turistico religioso.
Bene, la discussione è avviata. Seguiremo con particolare attenzione lo sviluppo di questa importante iniziativa di partecipazione “dal basso”, che ci pare la migliore (anzi: l’unica …) proposta corretta che una moderna amministrazione deve essere in grado di attuare per stabilire le “regole del gioco” di una Comunità locale seriamente interessata al proprio futuro ed a quello delle prossime generazioni…